Siddhartha - Hermann Hesse - Recensione

Pubblicato il 27 luglio 2023 alle ore 06:37

Un viaggio attraverso la vita per ricongiungersi alla propria anima

Hermann Hesse, Premio Nobel per la letteratura, scrive questo libro dopo aver viaggiato in Oriente e riprende perfettamente gli sfondi, le atmosfere e la spiritualità di una cultura profondamente distante dalla nostra che riusciamo ad assaporare nel mondo descritto pur senza alcun specifico riferimento geografico.

Siddharta, il giovane figlio del brahmino, esempio per tutti i suoi pari, figlio modello ed amico esemplare è stanco dei riti secolari e delle tradizioni che gli vengono impartite e ritiene che esse lo porteranno sì a diventare un bravo sacerdote ma non a raggiungere lo stato di Illuminazione che persegue e perciò intraprende un viaggio fisico e spirituale alla ricerca del suo cammino, ed infatti viene definito in lingua tedesca un "der suchende" ovvero colui che cerca.

Difatti il vero protagonista del romanzo è appunto il viaggio, la ricerca, la spiritualità ascetica e la scoperta dei piaceri della carne, il sublime pensiero e la più profonda bassezza dell'agire umano, la meditativa solitudine e la sfrenata vita sociale che Siddharta sperimenterà durante il suo percorso.

Libro che è un continuo ossimoro e metafora di una ricerca dell'Illuminazione per vie non considerate convenzionali.

Ho letto questo romanzo per la prima volta nella prima adolescenza ma si rilegge sempre con piacere anche a distanza di anni e se ne riesce a cogliere sempre nuove sfumature e spunti di riflessione.

Capolavoro senza tempo, personalmente ho regalato e consigliato questo libro a chiunque sia in grado di leggere in quanto racchiude un significato profondo e genera un senso di pace e connessione con il mondo esterno che poche altre esperienze di vita riescono a dare.

Illuminante.


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